Atom Plastic interviews Riccardo Bucchioni

Riccardo Bucchioni è un illustratore e poster artist di La Spezia, di cui abbiamo parlato in occasione della release del suo Franken per Dudebox. Lo abbiamo incontrato a fine settembre alla Toy Night del Treviso Comic Book Festival e ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchere sul suo lavoro, sulla sua passione per i toys e su come è nata la collaborazione con la toy company inglese.

Presentati ai nostri lettori e parlaci un po’ del tuo lavoro come illustratore.
Ciao, sono Riccardo e ho sempre avuto la “fissa” di disegnare. Colpa dei libri illustrati di Richard Scarry che i miei mi compravano da bambino. Per buona parte della mia vita ho sognato/ambito di diventare un disegnatore di fumetti (sognavo mamma Marvel); poi, dopo aver passato più di un anno su un portfolio da presentare a Lucca Comics (che mi bocciarono all’80%), ho deciso di tornare a disegnare cose più personali, più “mie”. Dico “tornare” perché a metà degli anni ’90 facevo una sorta di “fumetti punk rock” fotocopiati e robe per volantini di concerti; sono tornato a fare quelle cose ma con qualche anno e qualche esperienza in più a livello tecnico. Ho postato alcune cose su internet e da lì non mi sono più fermato. Diciamo che alla fine è nato tutto un po’ per caso.


Cosa ti ispira e da chi ti senti influenzato?
L'”ispirazione” (in alcuni giorni “questa sconosciuta”) mi viene un po’ a caso e dalle più svariate cose: mi viene un’idea e la sviluppo in funzione di quello che devo o voglio fare, sento una canzone o un disco e magari ci trovo qualcosa che mi “illumina” o da una battuta o una scena di un film, ma spesso anche chiacchierando sul web o al bar… può sembrare strano, ma a volte da una cazzata nascono le idee migliori (chi mi conosce dirà che non è affatto strano). Le mie influenze sono radicate nelle cose e negli artisti che mi piacciono. E’ un campo molto largo che va dai film di mostri degli anni ’30/’50 al punk rock e pop punk americano (Ramones e figli dei Ramones soprattutto), passando per Roy Lichtenstein e altri artisti pop, ma anche il cinema degli anni ’80, le illustrazioni skate/surf di Jim Phillips e i disegni di Ed “Rat Fink” Roth. Tra gli artisti più “moderni”, quelli che mi hanno più influenzato sicuramente sono Frank Kozik e Tara McPherson.


Come ti sei avvicinato alla scena degli art toys?
Frequentando/leggendo/seguendo i siti di artisti che mi interessavano ho notato la comparsa di questi pupazzetti curiosi che mi piacevano un sacco. Io collezionavo action figure, ma questi erano superbelli, un “trait d’union” tra l’action figure e l’arte vera e propria e da lì ho fatto la scoperta di Kidrobot, del mondo dei Munny/Dunny e di tutto ciò che ci sta dietro, i vari blog/siti che parlano di toys e così via. Non ne sono più uscito.


Sei un collezionista?
Sono un collezionista per modo di dire, diciamo un piccolo collezionista. Fosse per me avrei la casa piena di toys, ma per un motivo o per l’altro mi devo “limitare” negli acquisti. Prevalentemente ho toys di Frank Kozik e Tara McPherson perché mi piacciono i loro design semplici ma efficaci, poi pezzi vari di Erick Scarecrow, Kathie Olivas e altri, ma non collezioni “complete”… anzi, se riuscite a trovare una Lilitu a poco…

Parlaci di un pezzo della tua collezione a cui sei particolarmente affezionato.
Almeno un paio: il Bloody Anarchy Symbol di Frank Kozik, perché è un regalo della mia Lei, con cui condivido la passione per toys e affini, ed è firmato e “glow in the dark”, e Adventures of Ace & Ion di Tara McPherson, perché è stato il primissimo toy che ho comprato e ha dato il via a tutto e perché, non sapendo come fosse il mercato dei toys, sono stato sveglio fino a tarda notte per ordinarlo appena disponibile… eheh…che nerd, eh? Però almeno sono riuscito a mettermi in casa una delle prime copie. Ah, anche alcuni chase Dunny di Huck Gee trovati nei blind box non li disdegno.


Com’è nata la collaborazione con Dudebox?
Dudebox mi ha contattato più o meno all’inizio del 2011, dicendomi che avevano visto alcuni miei lavori e che sarebbero stati interessati ad una mia collaborazione con loro per un nuovo brand di toys in vinile. All’inizio pensavo fosse uno scherzo! Nei mesi seguenti mi hanno mandato vari template su cui lavorare e pian piano abbiamo sviluppato alcune idee e scelto quelle su cui puntare, tra cui il Franken, che ha visto la luce al New York Comic Con 2012 (almeno per il grande pubblico, in realtà era già stato prodotto per il lancio di Dudebox a maggio) e che è il mio primo toy prodotto in serie.

Dudebox ti ha lasciato libero nella creazione del design o ti dato delle direttive? Hai scelto tu il canvas toy?
Dudebox mi ha dato delle “direttive”, ma molto aperte… del tipo: “ci piace molto questo tuo disegno, fai una cosa con quello stile”; ma di base mi hanno lasciato libero di muovermi come meglio credevo e dar spazio a tutto ciò che mi veniva in mente. Ovviamente abbiamo fatto una prima scrematura di idee/bozze/schizzi e alla fine ne sono stati scelti un po’. Di questi ancora non so quanti vedranno la luce e quando. I canvas su cui mi hanno chiesto di lavorare sono i 4 canvas che Dudebox ha fatto uscire finora: egg, pig, teddy e HAU. Ho fatto prove per tutti e 4, che dovrebbero venire prima o poi tutti realizzati in versione mini in futuro, escluso il Franken, di cui sono stati subito molto entusiasti e hanno deciso di produrlo in versione “big” da 7,5 pollici.


Un’intera sezione del tuo sito è dedicata ai custom toy. Come è nata questa passione?
Qui mi tocca tirare di nuovo in ballo Miss McPherson. Non ricordo l’anno preciso, ma passavo molto tempo online a cercare artisti/illustratori/poster artist per farmi un’idea di cosa si stesse muovendo nel mondo. Tara la conoscevo già per alcuni suoi poster di concerti visti su Gigposters.com e nella gallery del suo sito c’era questo custom Munny che era bellissimo, ma ancora non avevo idea di cosa fosse un Munny. Fatte le dovute ricerche e scoperto che potevo trovarli anche in Italia, ne ho ordinato uno per “provare” e mi sono divertito un sacco anche se ci ho impiegato molto tempo. Da lì a ritmi alterni ne ho fatti altri anche su diversi canvas. E’ una cosa che trovo molto rilassante ed è bello disegnare su una superficie tridimensionale, mi diverte molto. Alcuni dei custom sul sito sono stati realizzati per concorsi, alcuni per la sezione “Dudebox Plus” del negozio di Dudebox, altri per piacere personale o “esercizio”.


Realizzi custom toy su commissione? Pensi ci sia spazio in Italia per il mercato dei toy personalizzati?
Toys su commissione ne realizzo e ne ho realizzati. Proprio in questi giorni sto lavorando su un progetto nuovo per un collezionista della mia città, che è anche stato il primo a commissionarmi un custom toy. Mi sto divertendo un sacco a farlo anche perchè è ispirato al Nosferatu del film di Murnau, che, da fan dei vecchi horror, è uno dei miei film preferiti. Per quanto riguarda il mercato, penso che tra gli appassionati ci sia spazio per i custom toy, così come per i toy prodotti in serie, ma resta il fatto che si tratta di un piccolo mercato di nicchia, anche se in espansione. Negli ultimi anni il movimento degli art toys è stato un po’ “sdoganato” con ottime iniziative, promozioni e serate a tema e già il fatto che alle convention di fumetti ci siano stand con i nostri amati giocattoli in vinile è un ottimo segno, ma i custom sono pezzi unici e come tali forse necessitano di un fan più “radicale”. Al tempo stesso i custom a livello collezionistico e artistico hanno sicuramente qualcosa in più, che può attrarre pubblico da altre scene. Bisogna avere pazienza, aspettare e spingere sul pedale. In paesi come gli Stati Uniti o il Giappone è un tipo di cultura già radicata, però il bacino d’utenza è molto più vasto e si può “osare” di più. Qui ci sarà da faticare un po’ di più, ma penso che i risultati arriveranno.


Su cosa stai lavorando adesso? C’è qualche progetto/collaborazione di cui vuoi parlarci?
Al momento sto lavorando molto per alcune band e da qualche anno curo le grafiche per gli Screeching Weasel, una band punk rock molto amata dagli appassionati, nonché uno dei miei gruppi preferiti, e sto preparando il materiale per il loro ventisettesimo anniversario e conseguente concerto/festa di celebrazione. Inoltre ho appena finito una nuova trilogia di t-shirt ispirate a famose serie TV per il sito inglese Supercombo, con cui ho già collaborato. Per quanto riguarda i toys, a parte il custom di cui ho già parlato, dovrebbe uscire un mio design nella serie Most Wanted dei mini di Dudebox.

Per il momento è tutto. Grazie del tempo che ci hai dedicato.
Grazie a voi e un saluto a tutti! Gabba Gabba Hey!


Intervista rilasciata nel mese di ottobre 2012. Tutti i diritti riservati.

Commenti

  1. avatar

    29 novembre 2012 alle 17:51

    thomas scrive:

    un uomo in crescita vertiginosa!!! :)

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