Andy Ward è un talentuoso illustratore freelance inglese che lavora in Italia. Le sue illustrazioni sono state scelte per decorare aeroplani e bus londinesi, layout di importanti campagne pubblicitarie, sneakers e molto altro. A richiederlo sono stati brand internazionali quali Tookata People, Custo Barcelona, MTV, Budweiser, Citroën, Mars e Mattel. Avete probabilmente già visto alcuni dei suoi lavori nel nostro negozio di Milano (queste bellissime borse e meravigliosi portafogli vi ricordano qualcosa?) ma potrete scoprire molto di più durante la mostra che verrà inaugurata presso Atom Plastic Milano giovedì 4 febbraio, alle ore 18 alla presenza dell’artista. La mostra rimarrà allestita fino al 4 marzo 2010.
Nel frattempo, abbiamo deciso di intervistarlo per cominciare a farvi entrare nel suo mondo. Il mondo favoloso di Andy Ward.
Atom Pastic: La tua arte ha una caratteristica molto magica, quasi fiabesca. Ci puoi parlare un po’ delle tue fonti d’ispirazione?
Andy Ward: La maggior parte dei personaggi che compaiono nei miei lavori trasmettono solitudine o isolamento, solitamente sottolineate da un certo ottimismo; personaggi indipendenti e speranzosi, pensierosi. E’ un approccio molto inglese alle cose, credo, cresciuto in me durante un’infanzia trascorsa nella campagna inglese con poco da fare oltre ad esplorare. Mi affascina la natura e il nostro rapporto con il mondo naturale. Credo che l’umanizzazione dei personaggi – come l’immagine della lucciola (nel titolo “firefly”) – sia un modo per avvicinare questi due mondi.
AP: Perché hai scelto “The Lonely Firefly” (“La Lucciola Solitaria”) per rappresentare questa mostra?
AW: Ho visto per la prima volta, di recente, una lucciola in una chiesa qui in San Zeno nel nord Italia. E’ stata un’esperienza molto commovente, abbastanza surreale. Mia nonna, poi, mi ha sempre parlato di lucciole quando ero piccolo. Lei abitava a New York e ci raccontava di quando, ancora bambina, si sedeva sui grossi scalini di pietra davanti alla porta di casa e osservava le lucciole fluttuare intorno a lei nelle calde sere d’estate.
Il viso di questo personaggio risale ad un ritratto che ho fatto di mia figlia Frenchie. E’ stato usato come personaggio per la prima volta da Custo Barcelona e ha trovato spazio anche nel lavoro che ho fatto per Tookata People: insomma, mi pare che viva ormai di vita propria. La lucciola è la sua più recente incarnazione, una rappresentazione della crescita di Frenchie e della sua scoperta dell’indipendenza. Quando mi avete chiesto se avrei voluto mostrare alcuni dei miei lavori ad Atom Plastic, stavo lavorando su quest’immagine e mi sembrava che sintetizzasse il mio lavoro al momento.
AP: Abbiamo alcune bellissime borse e portafogli di Tookata People con le tue illustrazioni nel nostro negozio di Milano e sappiamo che collabori anche con tanti altri marchi, tra cui Custo Barcelona. Qual è il tuo parere in merito alle opere d’arte commissionate?
AW: Tutto il mio lavoro viene commissionato. Ho la fortuna di lavorare con alcuni marchi di moda fantastici, che mi danno molta libertà e mi permettono di esplorare le mie idee. Senza dimenticare che il lavoro deve avere un appeal commerciale, visto che deve vendere. Questo è anche una sfida: c’è un equilibrio preciso da conseguire. Per me è importante che, pur avendo un valore commerciale, il lavoro abbia una profondità di concetto e che suggerisca una narrativa oltre alla immagine in sé, che non sia puramente decorativo.
AP: Come artista inglese in Italia, cosa pensi degli spazi espositivi nel nostro paese? E come si incastra Atom Plastic in un’agenda alternativa di spazi espositivi?
AW: Per essere sincero, gli spazi per mostre che ho visto fino ad ora in Italia (e la mia esperienza è ridotta), sembrano molto tradizionali. Da quello che ho visto, penso che la cultura d’educazione all’arte nel Regno Unito sia molto più ampia e che il mercato per esibire i lavori di illustrazione, ma anche quelli di arti più tradizionali, è molto maggiore semplicemente perché c’è molto più lavoro. Mi piacerebbe vedere molti più spazi espositivi, seguendo l’esempio di quanto Atom Plastic sta ora facendo. Atom Plastic ha un collegamento diretto con l’illustrazione tramite i prodotti che vende e le mostre sono una estensione naturale di ciò. Mi farebbe piacere vedere alcune gallerie indipendenti in Italia dimostrare lo stesso interesse per l’illustrazione contemporanea.
AP: I nostri lettori (e noi pure!) sono molto emozionati per la prima mostra di Atom Plastic, puoi svelarci un po’ di quello che potranno vedere dal 4 di febbraio in poi?
AW: Volevo trovare un tema che collegasse tutta la mostra e quindi ho deciso di portare solo lavori che ho realizzato per clienti nell’ambito della moda. In parallelo alle immagini, mostrerò alcuni dei prodotti che sono stati fatti con le stesse immagini, comprese magliette, vestiti, borse, giacche, ecc. Volevo mostrare non solo le immagini ma anche lo scopo per cui sono state create ed il modo in cui i designer di diversi marchi di moda hanno lavorato con i miei disegni, applicandoli alla moda. E’ una mostra di illustrazioni che definirei “funzionali”: illustrazioni che le persone appendono al proprio muro, che portano sulla schiena oppure appese ad un braccio.
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